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Decretone contenente reddito di cittadinanza e quota 100

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Le commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, nella notte tra venerdì e sabato, hanno terminato l’esame degli emendamenti al cosiddetto decretone, ossia il decreto legge contenente, tra le varie misure, anche quelle relative al reddito di cittadinanza e quota 100. Il provvedimento verrà portato in aula lunedì, nel rispetto dei tempi previsti, per poi tornare al Senato per la seconda lettura e per essere approvato in via definitiva. Non è escluso, considerando che il decreto legge deve essere convertito in legge entro il 29 marzo, che il governo possa porre la fiducia.

Molte le novità, a seguito del passaggio al Senato: modifiche al pacchetto quota 100, a partire dall’eliminazione del limite di età di 45 anni per il riscatto della laurea, alla nuova stretta su furbetti e stranieri. Proprio per rafforzare i controlli ed i monitoraggi di chi riceve il reddito di cittadinanza, si è prevista l’assunzione di 100 finanzieri e 65 carabinieri aggiuntivi.

Ecco le novità nel dettaglio.

Previsto il riscatto agevolato della laurea per gli over 45, ovvero la possibilità di far valere gli anni di università ai fini della pensione, versando una somma più bassa rispetto a quanto finora previsto. Unico limite per gli over 45, per poter usufruire della prevista detrazione del 50%, è che abbiano iniziato a lavorare e versare i contributi dal primo gennaio 1996.

La pensione di cittadinanza potrà essere erogata non solo sulla card del reddito, ma anche in contanti in banca o negli uffici postali.

Per quanto riguarda le famiglie con disabili, previsto un mini aiuto. Le soglie dei requisiti patrimoniali e la scala di equivalenza per accedere al reddito e alla pensione di cittadinanza sono state modificate al rialzo, consentendo alle famiglie numerose di ricevere 50 euro in più, passando così il sussidio da un massimo di 1330 a 1380 euro mensili.

Altra misura riguarda i “woorking poor”: coloro che hanno un lavoro pagato pochissimo verranno considerati disoccupati ed entreranno a far parte del patto per il lavoro previsto nel programma del reddito di cittadinanza, sicchè dovranno ricevere offerte di lavoro congrue dai centri per l’impiego.

Le commissioni Affari sociali e Lavoro hanno approvato anche la stretta per evitare i finti genitori single. I genitori single di figli minori che fanno domanda per accedere al reddito di cittadinanza dovranno presentare un’ Isee che tenga conto della situazione patrimoniale e reddituale anche dell’altro genitore, anche nel caso in cui la madre o il padre non siano sposati né conviventi. L’obbligo salta se uno dei due si è sposato o ha avuto figli con altri partner, ovvero se c’è un assegno di mantenimento stabilito dal giudice.

Stretta anche sugli stranieri, in quanto non si potranno chiedere reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza se si hanno immobili di valore superiore a 30 mila euro, in Italia o all’estero.

La sospensione sia del reddito che della pensione di cittadinanza arriva anche per coloro nei cui confronti sia stata emessa una condanna definitiva, ovvero siano indagati o imputati.

Per l’accesso all’ape social e alla pensione con quota 41 per chi svolge professioni gravose non si dovranno aspettare 3 mesi dalla maturazione dei requisiti.

A seguito dell’accordo con le Regioni, è stata risolta poi la questione navigator. Gli enti locali potranno assumere dal 2020 (invece dei previsti 6 mila) fino a 3mila unità da destinare ai centri per l’impiego, e dal 2021 altre 4600 unità, anche per stabilizzare i propri precari. Sono infatti stati stanziati 120 milioni nel 2020 e 304 milioni dal 2021.

Arriva poi l’auditel per monitorare l’andamento del reddito di cittadinanza. Un campione di famiglie pari al 5% di quelle aventi diritto, verrà esaminato per controllare come funziona questo beneficio compilando periodicamente dei test. A fronte di ciò è prevista l’esenzione di alcuni obblighi, tranne quello di dare disponibilità al lavoro ed accettare offerte congrue

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