Il Decreto Coesione ha introdotto importanti novità per il mondo del lavoro. Esaminiamo insieme a TuCittadino le misure che riguardano giovani, donne e residenti nel Sud e nelle isole.
Il Bonus Giovani è una delle principali misure introdotte dal decreto. Da settembre 2024, le aziende che assumono giovani sotto i 35 anni a tempo indeterminato sono esentate al 100% dal versamento dei contributi previdenziali fino a un massimo di 650 euro mensili per i lavoratori del Mezzogiorno e 500 euro mensili per i lavoratori di tutte le altre regioni.
Questo bonus viene applicato anche nel caso di passaggio del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato. Il bonus ha una durata massima di due anni e non può essere applicato nei seguenti casi: assunzioni nel settore pubblico, ruoli dirigenziali, lavoratori già in possesso di un contratto a tempo indeterminato, aziende che già usufruiscono di altri esoneri contributivi e aziende che hanno licenziato dipendenti per giusta causa nei sei mesi precedenti all’assunzione del nuovo dipendente.
Un’altra misura significativa è il Bonus Donne. Da settembre 2024, le aziende che assumono una donna disoccupata sono esentate al 100% dal versamento dei contributi previdenziali fino a un massimo di 650 euro al mese. Il bonus ha una durata massima di due anni e si applica a tutte le donne disoccupate da almeno sei mesi se residenti nel Sud, o da 24 mesi se residenti altrove. Il Bonus Donne non viene applicato nei rapporti di lavoro domestico o di apprendistato, se l’azienda usufruisce già di altri esoneri contributivi e per le assunzioni nel settore pubblico.
Il Bonus ZES (Zona Economica Speciale) per il Mezzogiorno è stato istituito con il Decreto Coesione. Ne fanno parte tutti i comuni di Abruzzo, Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Molise, Sicilia e Sardegna. Per le aziende che si trovano in queste regioni, la misura prevede l’esonero totale del versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro fino a 650 euro al mese per un periodo massimo di due anni. Il bonus è riconosciuto alle aziende che da settembre effettuano nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato in una delle regioni ZES. Il dipendente deve aver compiuto 35 anni, essere disoccupato da almeno due anni ed essere assunto presso un’azienda che ha sede nella ZES.
Il decreto interviene su queste tre categorie in particolare per diversi fattori: in Italia il tasso di disoccupazione giovanile è del 22%, nove punti al di sopra della media UE; il tasso di disoccupazione femminile è del 55%, quattordici punti al di sotto della media UE; il tasso di occupazione del Mezzogiorno è del 48% contro il 69% del Nord. Inoltre, ad oggi, i contributi a carico del datore di lavoro (24%) rappresentano la metà delle trattenute dallo stipendio lordo. Questi tre bonus, e quindi il decreto, riducono questa voce dal costo del lavoro.
Per i bonus sono stati stanziati in totale 1,94 miliardi di euro che provengono sia dallo Stato italiano sia dai fondi di coesione europei. Questi ultimi sono nati per ridurre le disparità economiche e sociali tra le regioni dell’UE e per promuovere la crescita economica e lo sviluppo sostenibili.
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